Evoluzione, Neotenia e la Fragilità dell'Educazione Umana

La presentazione di Telmo Pievani affronta l'evoluzione umana attraverso la lente della Paideia (educazione) e dell'apprendimento, evidenziando come la fragilità biologica della specie Homo sapiens sia stata trasformata in un vantaggio evolutivo grazie alla cooperazione sociale e alla neotenia[Source 1].

Il Paradosso del Parto Umano e il Compromesso Evolutivo

Il viaggio espositivo inizia con un dato allarmante del 2023 delle Nazioni Unite: ogni giorno muoiono 800 donne nel mondo a causa del parto, per un totale di circa 300.000 decessi annui. Questo evidenzia le gravi disuguaglianze nell'assistenza sanitaria globale[Source 2].

Questo dato è collegato al primo punto chiave: da un punto di vista evolutivo, il parto umano è una "stranezza unica" in natura, essendo eccezionalmente doloroso, pericoloso e "imperfetto", sviluppatosi negli ultimi 2 milioni di anni[Source 3]. Questa dinamica non ha un senso intrinseco, ma è un compromesso stabilizzato, nato da un conflitto tra due forze evolutive[Source 3][Source 4].

Da un lato, il completo bipedismo umano, sviluppato circa 2 milioni di anni fa, vincola il bacino, impedendogli di allargarsi oltre certi limiti per mantenere la capacità di camminare in linea retta[Source 4][Source 5]. Dall'altro lato, la crescita esponenziale del cervello (encefalizzazione), che ha visto il volume della testa triplicare in circa un milione di anni[Source 5].

Il compromesso imperfetto per risolvere lo scontro tra il canale del parto ristretto e la testa in crescita è stato l'accorciamento della gravidanza[Source 5][Source 6]. La gestazione umana, che biologicamente dovrebbe durare circa 16 mesi, viene interrotta a 8-9 mesi[Source 6]. Di conseguenza, gli esseri umani partoriscono cuccioli "immaturi" e "fortemente prematuri", inermi e completamente dipendenti dal gruppo, a differenza degli scimpanzé o di altri grandi mammiferi africani, i cui cuccioli sono maturi alla nascita[Source 6]....

Dalla Debolezza all'Apprendimento: La Neotenia

Questa vulnerabilità ha avuto un effetto collaterale cruciale: il cervello dei cuccioli umani continua a crescere per due terzi dopo la nascita, un fenomeno quasi unico tra i mammiferi[Source 8][Source 9]. Questo sviluppo estremamente rallentato conferisce al cervello una plasticità eccezionale, rendendolo una "spugna" in grado di assorbire l'apprendimento, l'imitazione, i traumi e le esperienze per un periodo molto prolungato, fino alla tarda adolescenza[Source 9].

L'apprendimento e la cultura non sono un'esclusiva umana. Molti animali (scimpanzé, polpi, corvidi, cetacei) possiedono culture, intese come la trasmissione non genetica di conoscenze acquisite all'interno di un gruppo e tra generazioni, con un grande valore adattativo[Source 10][Source 11]. Esempi includono gli scimpanzé che fabbricano spugne per bere acqua pulita o i macachi che imparano a salare le patate in mare, trasmettendo questa abitudine come tradizione culturale[Source 11][Source 12]. Tali episodi spesso implicano la Teoria della Mente, cioè la capacità di anticipare le reazioni altrui e pianificare strategie[Source 13].

Tuttavia, la dimensione educativa umana è particolare (non unica) a causa della neotenia, che è stata la chiave del nostro successo[Source 14][Source 15]. La neotenia è il processo per cui una specie nasce in uno stadio precoce, si sviluppa lentamente e mantiene caratteri giovanili per tutta la vita[Source 14]. Homo sapiens è la specie più neotenica tra tutte quelle umane[Source 15].

Neotenia e Cooperazione Sociale

Il prolungamento del tempo di apprendimento è stato reso possibile solo dalla presenza di gruppi umani coesi, forti e solidali che difendevano e accudivano i cuccioli[Source 15][Source 16]. L'accudimento era collettivo, non limitato alla sola madre biologica o ai genitori, e tutti partecipavano alla difesa del gruppo e alla caccia, sfatando il mito delle "famiglie naturali" nella natura[Source 16][Source 17].

La convivenza in gruppi cooperativi e il lusso di cuccioli che crescono lentamente hanno favorito un processo di autodomesticazione, selezionando gli individui più docili e sociali, confermando che la cooperazione è il fulcro del successo evolutivo, mentre l'aggressività (come quella dei maschi alfa tra gli scimpanzé) risulta in una vita breve e stressante[Source 17][Source 18].

Un'ipotesi recente, detta della dipendenza postnatale, suggerisce che le limitazioni motorie dei cuccioli, unite al loro cervello plastico, abbiano accelerato lo sviluppo della comunicazione, dell'interazione sociale e della teoria della mente, trasformando il vincolo della neotenia in una straordinaria opportunità cognitiva[Source 19][Source 20].

Lo studioso cita inoltre Primo Levi che, già nel 1962, aveva intuito il meccanismo della neotenia nel racconto "Angelica Farfalla", descrivendo l'Axolotl (una salamandra che si riproduce allo stato larvale) e postulando che l'uomo stesso sia un "abbozzo", una "brutta copia" con potenzialità di sviluppo ulteriore[Source 20]....

L'Educazione e l'Evoluzione del Linguaggio

L'adattamento primario che ha reso Homo sapiens ciò che è stata l'educazione[Source 23]. In un contesto dove l'apprendimento è strategico, l'insegnamento diventa altrettanto adattativo[Source 23]. L'insegnante in un contesto di apprendimento libero aiuta, corregge, indirizza e funge da esempio; con lo sviluppo del linguaggio, può anche concettualizzare e spiegare le azioni[Source 24]. La neotenia e la cooperazione spiegano la trasmissione intergenerazionale della conoscenza, che da intuitiva diventa concettuale (sapere come, cosa e perché si fa)[Source 24][Source 25].

La neotenia è anche collegata all'evoluzione del linguaggio in due modi[Source 25]:

1. Il Maternese: La perdita del contatto fisico stretto tra madre e cucciolo a seguito del bipedismo e della perdita del pelo ha generato la necessità di un contatto acustico[Source 26].... Il "maternese" (la cantilena tipica usata tra madri e figli, comune a tutte le lingue) è la radice linguistica che manteneva i cuccioli vulnerabili vicino al gruppo[Source 28].

2. Il Linguaggio come Gioco: Il linguaggio articolato umano, combinatorio e arbitrario, assomiglia a un gioco[Source 29]. Non è necessario per la pura sopravvivenza, ma è un esercizio di complessità[Source 29].

A riprova che il linguaggio articolato non sia esclusivo, sono menzionati i recenti studi sui canti delle megattere, che mostrano una struttura complessa, melodie, frasi e unità sonore, suggerendo l'esistenza di un linguaggio articolato proprio[Source 30][Source 31]. L'uso dell'Intelligenza Artificiale per decodificare questi schemi ricorrenti potrebbe portare per la prima volta al successo nel decifrare il linguaggio di un altro essere vivente sulla Terra[Source 32][Source 33].

Conclusioni: Human Becomings e l'Umiltà dell'Educatore

L'ipotesi è che il linguaggio sia stato "inventato dai bambini"[Source 33]. Questo rovesciamento di prospettiva (Paideia alla rovescia) suggerisce che la fanciullezza racchiude la potenzialità straordinaria che ci ha resi umani, esseri costantemente in trasformazione o "divenienti umani" (human becomings)[Source 34][Source 35].

Il concetto di "nativo digitale" o "nativo climatico" ha un significato tecnico: i cuccioli con un cervello plastico, nati in un ambiente modificato dalle generazioni precedenti, possono innescare scoperte inaspettate[Source 35][Source 36].

Infine, il relatore esprime preoccupazione per l'egoismo delle generazioni attuali, che, pur inseguendo l'illusione dell'immortalità, si rivelano "pessimi antenati" a causa della crisi climatica e del debito ambientale che lasciano, a fronte di investimenti insufficienti nell'educazione (citando gli elevati tassi di analfabetismo funzionale in Italia)[Source 36]....

I due messaggi conclusivi sono:

1. L'educazione è fragile e richiede manutenzione, focalizzandosi su relazioni, interazioni e capacità di mescolare le idee, per formare cittadini del mondo[Source 39][Source 40].

2. L'educatore deve avere umiltà[Source 41]. Non può trasmettere le scoperte future, che gli sono ignote. Come dimostra l'esempio di James Watt (che inventò la macchina a vapore, non suo padre), sono le nuove generazioni a fare scoperte impensabili per i loro predecessori[Source 41][Source 42].